Walt Chair
Dai molti nomi allusivi (vis à vis, panca di corteggiamento, tête à tête, chaperone chair, gossip chair, le confident, ecc.) questo mobile neoclassico era un tempo diffuso in Inghilterra e Francia. Allude alla società educata, pensata appositamente per consentire la conversazione mantenendo una rispettabile distanza: lo schienale/bracciolo crea una “S”, che divide le due sedute specchiate e rende possibile la conversazione evitando il contatto fisico.
La sedia di Bodino per De Castelli è un sofisticato rimando a questo oggetto, ribaltandone però completamente la logica originaria del suo utilizzo. Invece di separare, unisce: la sedia è composta da due singoli elementi identici definiti da curve morbide e simmetriche, pensate per incastrarsi perfettamente e creare una composizione sinuosa e accogliente che invita le persone a entrare in una relazione empatica.
La sedia interpreta i valori dell’amore e dell’unione con le sue linee organiche, impreziosite da un sorprendente segno grafico: quando le due parti sono allineate, è possibile leggere una poesia sulla seduta, incisa a erosione sulla sua superficie metallica. L’autore della poesia è Walt Whitman, il poeta americano nato nel 1919 e considerato il primo a scrivere in versi liberi, famoso per aver scritto d’amore senza mai pronunciare la parola. Visto dall’alto, il perimetro curvilineo riecheggia il simbolo dell’infinito, l’unione di passato, presente e futuro e un riferimento al viaggio che è la vita, tema scelto per Homo Faber di quest’anno.